IL DIGIUNO

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melino1
view post Posted on 16/4/2009, 16:38




IL DIGIUNO

DIGIUNO:
Astensione dal cibo; o anche il periodo durante il quale avviene questa astensione.
Il digiuno, si può effettuare per due differenti motivazioni:
1) La prima è data dall'impossibilità di procurarsi nutrimento. A questa motivazione si potrebbero imputare i digiuni effettuati da Mosè sul Sinai(Esodo 34:28; Deut. 9:9), quello di Elia durante il viaggio verso l’Horeb(1^Re 19:8); e se vogliamo anche quello di Gesù al momento della tentazione nel deserto(Matteo 4:2; Marco 1:13; Luca 4:2); ed anche alcuni digiuni compiuti da Paolo(2^Cor. 6:5).
2) La seconda la si può effettuare per motivi religiosi. In questo senso la parola
"digiuno" viene spesso impiegata per indicare i periodi prescritti per l'astensione del nutrimento.

Per quanto riguarda la seconda motivazione, nella Bibbia non si riscontrano termini che potrebbero ordinare tale pratica, come ordinata dal Signore. Infatti quest'ordine non figura nella legge mosaica e neppure in tutto il Pentateuco si trovano i verbi "digiunare" o "astinenza". Se si cercano allusioni al digiuno si debbono tradurre da espressioni come: "Umilierete le anime vostre"(Lev. 16:29; 23:27; Num. 29:7).
La prima volta che si parla di vero "digiuno" volontario si riferisce al re Davide che rifiutò di mangiare mentre supplicava DIO di salvargli il figlio del peccato(2^Sam. 12:22). Gli ultimi libri dell'Antico Testamento presentano numerosi esempi di digiuni non prescritti(Esdra 8:21; Neemia 9:1; Ester 4:3; Salmo 35:13; Salmo 69:19; Salmo 109:24; Daniele 6:18; 9:3). Altri digiuni vennero proclamati in epoche di flagelli(Ger. 36:9; Gioele 1:14). Lo scopo di questa astinenza era di umiliare le anime come appunto scrive il Salmista al n° 35 e 69, e di dare più forza alla preghiera come in Isaia 58:3,4.
Il digiuno pubblico stava ad indicare che il popolo, cosciente di un gran peso di colpa, si umiliava dinanzi a DIO(1^Sam. 7:6). Il vero digiuno non si limita ad una pratica esteriore ma implica l'abbandono del male e dei piaceri proibiti(Isaia 58). All'epoca di Zaccaria, al quarto, quinto, settimo e decimo mese vennero proclamati dei digiuni(Zacc. 8:19); per commemorare l'inizio dell'assedio di Gerusalemme il decimo mese(2^Re 25:1); la sua caduta il quarto mese(2^Re 25:3,4; Ger. 52:6,7); la distruzione del tempio il quinto mese(2^Re 25:8,9); ecc. Nel Nuovo Testamento, Anna serviva DIO nel digiuno e nella preghiera(Luca 2:37). I Farisei digiunavano due volte la settimana(Luca 18:12).
Le persone religiose e formaliste nel praticare il "digiuno" a volte ostentavano apertamente la tristezza. Il sermone che Gesù proclamò sulla montagna condanna questa pratica ipocrita(Matteo 6:1-18). I discepoli di Giovanni digiunavano, quelli di Gesù non si astenevano dal cibo, almeno fino a quando Egli era in vita(Matteo 9:14-15; Marco 2:18-20; Luca 5:33-35),ma più tardi in alcune circostanze digiunarono(Atti 13:2,3).
Ai cristiani non viene imposto in maniera formale di digiunare, ma viene loro consigliato di farlo per ottenere esaudimento della preghiera in certi casi(Matteo 17:21; cfr. lACor. 7:5).

IL DIGIUNO NEL PAGANESIMO:
Nelle religioni pagane, e soprattutto nei riti di iniziazione alle pratiche magiche, nelle forme più esoteriche e mistiche, il digiuno era considerato un efficace metodo per entrare in contatto con la deità, oppure era normalmente impiegato come manifestazione del lutto.

IL DIGIUNO NELL'ANTICO TESTAMENTO:
Secondo lo Spirito della legge mosaica, il digiuno non doveva essere una pratica mistica per rendersi gradito a DIO, ma era un mezzo usato per esprimere la propria umiliazione. Così, il digiuno veniva praticato per prepararsi all'incontro con DIO, come Daniele che si dispose "...alla preghiera e alle supplicazioni, col digiuno, col sacco e con la cenere"(Daniele 9:3). Si digiunava anche quando si era tormentati da gravi problemi, oppure in circostanze luttuose(2^Sam. 1:12). Veniva praticato anche quando si era in presenza di grandi pericoli nazionali(2^Cron. 20:3).

Nell'Antico Testamento si nota che generalmente il digiuno è accompagnato dalla preghiera. Tutti i casi precedentemente elencati, esprimono l'atto spontaneo del digiuno, in quanto come già detto, la legge mosaica lo imponeva soltanto nel giorno dell’espiazione(Levitico 16:29), cioè come umiliazione dell'anima.
Col tempo il "digiuno" ha perduto il suo vero significato che è quello di esprimere l'umiliazione dell'anima umana, ed ha sempre più assunto il valore di un'opera meritoria. Al tempo di Gesù, i Farisei avevano stabilito almeno due giorni di digiuno ogni settimana e di tale regola si vantavano con tale ostentazione che il Signore dovette riprenderli più volte pubblicamente.

IL DIGIUNO NEL NUOVO TESTAMENTO;
Del digiuno si parla unicamente nei Vangeli Sinottici(Matteo, Marco, Luca), se si escludono i due riferimenti contenuti in Atti 13:3 e 14:23, insieme a quelli autobiografici di Paolo.
I versetti più conosciuti e che ci parlano di digiuno sono: "Gli amici dello sposo possono essi far cordoglio, finché lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni che lo sposo sarà loro tolto, ed allora digiuneranno"(Matteo 9:15; Marco 2:19; Luca 5:34). Questa frase di Gesù viene detta ai discepoli di Giovanni per chiarire, loro, perché in materia di digiuno i discepoli Suoi dovevano essere trattati con più indulgenza rispetto a loro. Infatti Giovanni prescriveva ai suoi discepoli un rigoroso digiuno,, mentre Gesù seguiva un'altra regola con i Suoi discepoli. Gesù riconoscendo la loro sincerità, dice loro, con figura presa dal giubilo delle nozze, che finché, Egli è con i Suoi discepoli, questi devono giubilare; e che d'altronde si preparavano per loro i giorni del digiuno e del cordoglio, quando Egli si sarebbe dipartito da loro. Certo la presenza dello Sposo, Cristo Gesù, e l'annuncio dell'Evangelo escludono totalmente ogni possibile valore meritorio attribuibile al digiuno.
Irredenti salvati per grazia mediante la fede sono entrati in una nuova economia, e le privazioni e le rinunce non sono certamente il mezzo per metterli in contatto con DIO. Ora sono sempre in,comunione col Padre per l'opera perfetta di Cristo e l'azione continua dello Spirito Santo.
L'altro, versetto in cui Gesù ci parla del digiuno, è in occasione della guarigione del
"fanciullo lunatico": "...a cagióne della vostra.poca fede, or questa specie di demoni non esce se non mediante la preghiera e il digiuno" (Matteo 17:21). Alla loro domanda del perchè non sono riusciti a liberare il fanciullo, Gesù disse loro che ciò avveniva a motivo della loro poca fede. Allo stesso tempo, Egli chiaramente aggiunge che vi sono alcuni casi di possesso demoniaco più gravi che altri, e nei quali per ottenere la liberazione si richiede un più alto grado di fede, molta più perseveranza nella preghiera, un più alto spirito di abnegazione(sacrificio)quali mezzi per rinforzare la fede stessa.
Gesù chiude il discorso con la consolante assicurazione di quello che la fede e la preghiera insiemepossono operare.
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È' pur vero che nella Bibbia vi sono molti altri casi di liberazione dai demoni, in cui non si parla di digiuni(Atti 5:16; Atti 8:6-7; Atti 16:16-18; Atti 19:11-12), ma Gesù disse che solo in alcuni casi ciò è buono che si faccia. DIO ci dia la capacità di comprendere e di capire quando ci troviamo in queste condizioni. Vi sono poi i casi in Atti 13:2,3 e Atti 14:23, dove il digiuno è collegato ad altro argomento.

LA GIUSTA ATTITUDINE:
II "digiuno" è ingiunto tanto da nostro Signore che dai Suoi discepoli, come un dovere evangelico; ma se ne è fatto grande abuso. Sebbene Gesù digiunasse miracolosamente nel deserto 40 giorni e 40 notti, non raccomandò mai ai Suoi discepoli di tentare di imitarlo in questo, nondimeno nella Chiesa dei primi secoli, una delle prime esplosioni di fanatismo prese appunto questa direzione. Moltitudini di uomini ritirandosi nel deserto della Giudea dell'Arabia e dell'Africa tentavano di digiunare per 40 giorni e 40 notti in imitazione di Cristo, cosa impossibile per semplici uomini, senza l'intervento divino. Con lo stesso scopo venne introdotta nella tradizione della Chiesa Romana e delle Chiese Orientali la "Quaresima" durante la quale si suppone che gli uomini digiunano, benché altro non fanno che cambiare cibi!




CONCLUSIONE:
L'atteggiamento del cristiano, che fonda la propria fede sulla Parola di DIO, è sempre un atteggiamento positivo, in quanto sa che il Signore si prenderà cura di lui. Il credente deve saper che viene prima la preghiera, e poi evidentemente il digiuno, ma rispetto a quest'ultimo domandiamoci:
> E' completamente assente in noi l'idea che DIO si commuova alla privazione e ci risponda?
> Lo pratichiamo senza ostentazione e vanto?
> Diamo maggior valore alla preghiera ininterrotta o al digiuno che ne consegue?
Se sinceramente, davanti a DIO, possiamo rispondere in maniera affermativa, allora esercitiamolo pure perché corrisponde allo spirito di semplicità che deve caratterizzare ogni azione dei credenti evangelici. Se invece non siamo certi dei nostri sentimenti, aspettiamo che lo Spirito Santo ci illumini e ci aiuti perché non corriamo lo stesso rischio di coloro che digiunano e si sacrificano pensando così di ottenere un particolare privilegio dal Signore.
Ora che si faccia a considerare fino a qual punto il "digiuno" sia un dovere evangelico bisogna stabilire per prima cosa: Qual n'è il vero scopo? Evidentemente "la mortificazione della carne" e generalmente il soggiogamento di tutte le tendenze basse, terrene e sensuali che infiacchiscono e distruggono la nostra spiritualità. Laonde segue, che ogni qualvolta si pratichi il "digiuno" senza avere in vista questo scopo è servizio corporale e nulla più(1^Tim 4:8), ed ovunque si pratichi al punto da indebolire il corpo e produrre sullo spirito l'effetto d'istupidirlo, diventa un male, poiché agisce contrariamente al suo scopo. Il vero digiuno è l'opposto dell' "ingordìgia ed ebbrezza"(Luca21:34).
E mentre tutti i cristiani che abitualmente si guardano da questi eccessi, adempiono all'ingiunzione scritturale del digiuno, ci sono dei tempi, in cui si hanno ad eseguir doveri o riportar vittorie che esigono un esercizio di preghiera e di abnegazione ancor maggiore del solito. Ma per tali casi non può fissarsi alcuna regola generale, e ciascuno ha da giudicare da sé quale sia quello stato del corpo che meglio aiuti lo spirito a comunicare intimamente con DIO.

FRATELLI IDDIO CI BENEDICA
 
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Mikahel
view post Posted on 9/4/2013, 02:51




"Il digiuno come mortificazione dell'anima"... in realta' quando i profeti parlavano di anima si riferivano all'ego, ovvero a quella parte di anima che costringe l'uomo ad allontanarsi da Dio e dal buon comportamento.
Se non si effettua il digiuno (consapevolmente o meno che sia il suo significato) il proprio spirito viene lentamente indebolito a favore del godimento terreno (il corpo non e' in equilibrio con lo spirito che risiede in esso). Ergo il digiuno fiacca le forze corporali e di contro ristabilisce un equilibrio con la forza spirituale, ecco perche' la preghiera diviene piu' forte.
Il Battista digiunava molto di frequente, era il suo un atteggiamento estremo, per un profeta non per tutti, non credo si possa dire che quindi sia inutile e non debba esser preso d'esempio.
Il problema che si deve imputare oggi alla mancanza di equilibrio spirituale negli uomini e' dovuto anche a questo, se si fa del proprio corpo un trono, non lo si puo' fare del proprio spirito.

Nei vangeli non si parla di digiuno? Bhe, chiediamoci il perche' non lo troviamo scritto quando gli esempi di Gesu' e prima di lui del Battista e di molti altri profeti erano esattamente opposti e chiediamoci perche' i Farisei (ottimi conoscitori delle leggi) digiunava 2 volte a settimana come oggi digiunano gli islamici che seguono la sunna, non accettiamo passivamente delle conoscenze scritte o NON scritte.
 
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1 replies since 16/4/2009, 16:38   354 views
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